I Maestri Liutai Migani costruiscono, riparano e restaurano violini, viole, violoncelli e contrabassi

 

Libro a cura di Tarcisio Migani che raccoglie gli atti del Convegno di studi "La liuteria in Emilia e Romagna - dalle origini ai giorni nostri".
26 Aprile 2002 VI Disma Music Show, Fiera di Rimini.


Relatori: G. Cavicchi, L. Frignani, C. Lebet, M. Maggi, T. Migani, G. Nicolini, R. Regazzi, R. Scrollavezza, A. Versari.


PREFAZIONE

Intorno a1571/532 a.C. nell'isola di Samo, in Grecia, Pitagora definiva il numero "forza armonica ed armonizzatrice, conciliazione degli opposti". Perveniva a questa concezione quale studioso di acustica e fu grazie ai suoi studi che vennero fissate e codificate le leggi armoniche della musica, fondate sulla scoperta scientifica dello stesso Pitagora secondo cui maggiore è il numero delle vibrazioni più acuto è il suono e sull'assunto che esiste una serie di rapporti numerici fra suoni separati.
Pitagora pervenne alla conclusione che se erano riconducibili a numeri i rapporti della musica e dell'armonia, sarebbe stato possibile trovare i rapporti che regolano l'armonia delle cose, dell'essere, dell'anima. Cerco. . . e trovo nel numero l'elemento essenziale di tutto.

I Migani, nell'aprile dell'anno 2002, con una strabiliante "innaturale naturalezza", hanno avuto la capacita di rendere concreta la concezione pitagorica di cui s'è appena detto, confezionando un "Convegno di studi sulla liuteria in Emilia Romagna". In termini diversi, loro, i Migani "creatori" nel campo artistico della liuteria, hanno trasferito all'esterno del loro laboratorio e dei loro rispettivi microcosmi, l'armonia nell'ordine numerico riconosciuta e conquistata in se stessi perché, essendo "la musica l'arte di pensare con i suoni" (Combarieu), ne hanno fatto la loro filosofia di vita. Una filosofia di vita che accomuna tutti coloro che si dedicano da veri maestri, e quindi in modo creativo, all' arte della liuteria ricercando misure, rapporti, proporzioni per fissare le qualità estetiche dello strumento in funzione non solo della forma ma, soprattutto, del risultato acustico.

Il convegno organizzato alla Fiera di Rimini, è stato impreziosito dalla presenza di un considerevole numero di "veri maestri " i quali, come è possibile verificare dalla lettura delle pagine che seguono e che sono la testimonianza tangibile di quanto avvenuto - grazie all'impegno di Tarcisio Migani che ne ha curato la raccolta - hanno dato "alito vitale" ad un dialogo costruttivo tra le diverse Scuole di liuteria italiane. Quelle scuole nelle quali, come ha affermato la dottoressa Virginia Villa nel suo intervento in qualità di Direttrice della Civica Scuola di Liuteria di Milano e di vice presidente dell' A.L.I. , si offre l'opportunità per i ragazzi di continuare nel tempo questo antico mestiere, con le possibilità di oggi; infatti, nelle scuole essi imparano la storia degli strumenti, la chimica dei materiali da restauro, la fisica acustica, il disegno tecnico degli strumenti musicali ed imparano a suonare per accordare lo strumento ed avere così un dialogo consapevole con il musicista acquirente.

Orbene, dalla lettura di queste pagine apparirà chiaro come il convegno, grazie anche agli autorevoli interventi dei Maestri presenti che lo hanno alimentato, abbia assunto - vis propria -la visibilità e la lucentezza di una "perla" incastonata nel suo solido guscio.

Quest'ultimo è rappresentato dal DISMA MUSIC SHOW, nato dalla fervida e sensibile mente del suo presidente Dr. Antonio Monzino jr., illuminato imprenditore con un DNA archetipico che lo induce a mettersi al servizio del mondo della musica non solo per fini economici, pure importanti, ma anche per creare un volano di pregio per la diffusione della cultura musicale in genere.

E' in questo contesto dalle fortissime potenzialità proiettate nel "nuovo" , nel "futuro" , nel "divenire" , che ha trovato fertile humus il Convegno sulla Liuteria in Emilia Romagna. Una "perla" dotata di prorompente ed incontrastabile forza che trae linfa affondando le sue radici nella tradizione, nel passato vissuto ed in quello ancora da vivere. Una forza inesorabile che ha proiettato, con un balzo storico a ritroso, il "futuro" in un "passato" antico di cinquecento anni, ma ancora dai tratti giovanili e vigorosi.

Del resto, è sufficiente porre mente alle parole del Prof. Gualtiero Nicolini, già Presidente dell' A.L.I. e docente presso la scuola di liuteria di Cremona, per scoprire che gli ingredienti necessari per perpetuare questa tradizione sono essenzialmente l'amore e la passione per l'arte, per la liuteria. Un esempio probante, tutto emiliano romagnolo, ha detto Nicolini, è stato il concorso di Bagnacavallo. . . "non c'erano vetrine scintillanti, non c'erano palazzi o chiese cinquecentesche o moderni hotels, non c' erano violini esposti con cura ed illuminati da faretti ben orientati, ne piante ornamentali. C'erano strumenti appoggiati sui tavoli, in sale a volte un po' buie, appesi frettolosamente. . .eppure si respirava quell'aria mistica irripetibile, si sentiva quell'odore dei componenti delle vernici, dal ginepro al sandalo, all'aloe e si toccava con mano la passione per un'arte riservata a pochi eletti " .

Sulla medesima onda di pensiero (mitigata dal desiderio di un recupero del recente passato che vedeva a confronto l'alta professionalità liutaria con la passione di semplici amatori e dilettanti), si e trovato il Maestro Carlo Vettori, uno dei maggiori e più famosi liutai in Italia - fondatore della rivista " Arte Liutaria " -. Interpretando le sue parole, infatti, emerge come egli abbia posto in rilievo la necessita di ricreare quei momenti di incontro, di dialogo, di ricerca e di partecipazione che vedevano impegnati in un costruttivo confronto tutti coloro che, a prescindere dal grado di professionalità che erano capaci di esprimere, erano, comunque, accomunati dall'amore e dalla passione per l'arte liutaria tradizionale (concorso di Bagnacavallo, docet).

Una tradizione ben descritta dal Prof. Artemio Versari nel suo illuminante intervento, oltre il quale spingendosi, si coglie l'eco di un messaggio significativo rivolto al mondo della liuteria d'autore: adoperiamoci affinché trionfi l'armonia tra i liutai. Infatti "il violino nasce nel '500 e non e certamente opera di un solo liutaio ma di più liutai che hanno portato ognuno un loro contributo; la sintesi viene fissata da Andrea Amati così come il successivo sviluppo e perfezionamento e opera di Antonio Stradivari, entrambi maestri in Cremona".

Una tradizione che il Maestro Roberto Regazzi, storico e studioso di liuteria, ha ripercorso rapidamente ma incisivamente, attraverso una chiave di lettura "binaria " che lascia intravedere la positiva interferenza, quella che oggi si definirebbe sinergia, tra il mondo culturale contadino e quello commerciale o di scambio; tra l'innato senso della religiosità e la musica della terra emiliano-romagnola, definita "sorgente della musica " per la sua antichissima peculiare vocazione che, dopo avere attraversato il Rinascimento, e giunta all'epoca barocca "con una ricchezza di espressione ed uno sviluppo che non hanno eguali " .

E con sintonico ordine di pensiero si e espresso il Maestro Lorenzo Frignani, vice presidente A.L.I. Professionisti e studio so di liuteria, allorquando delineando l'importante figura, nel panorama nazionale, di Luigi Mozzani definito "la meteora Mozzani" , afferma che può essere considerato senza riserve un grande genio della liuteria italiana ed un artista le cui capacità imprenditoriali e culturali hanno saputo "mantenere viva una grande tradizione locale quale quella emiliano romagnola, la più importante e ricca nel panorama storico liutario dopo quella settecentesca cremonese".

Ma abbiamo detto, con il Prof. Gualtiero Nicolini, che amore e passione per la music a e per la liuteria sono gli ingredienti necessari per perpetuare questa tradizione.

Il Maestro Renato Scrollavezza, liutaio, docente di liuteria e già conservatore del violino "Guarneri del Gesu " di Nicolo Paganini, ha permeato il suo intervento proprio con una "commovente" dose di passione per dire come, a volte, alla trascuratezza di certe istituzioni si contrappone la sensibilità dei privati grazie ai quali, ad esempio, e stato possibile tenere in vita la Scuola di liuteria a Parma.

Di contra, il Dr. Gianni Cavicchi, Direttore del Centro di Liuteria di Pieve di Cento nonché Assessore alla cultura, per il tramite dell' Assessore Marco Campanini, ha sottolineato che l'ambiente culturale nella storia di Pieve di Cento si è caratterizzato, nei secoli, per una forte attenzione verso le arti, l'artigianato del legno e la musica. Amore e passione, allora, hanno fatto il resto: salvaguardia e cura del patrimonio storico e culturale che rischiava di andare disperso per sempre, attraverso l'attività della Scuola di Artigianato Artistico e la creazione di un Museo. Tutto questo grazie al raro esempio di sensibilità dei Comuni di Pieve di Cento e di Cento.

Tutti gli interventi hanno, comunque, creato la giusta atmosfera; quella rara atmosfera in cui si sente aleggiare la profumata essenza tipica dell'amore per l'arte. Essenza che, e non sembri peregrino, è apparsa particolarmente fragrante nell'intervento del Maestro liutaio svizzero Claude Lebet, restauratore di fama internazionale oltre che storico, ricercatore e scrittore.

Ciò, in quanto il Maestro e riuscito a far si che i destinatari delle sue parole, transitassero mentalmente dall'attenzione sull'oggetto in se, all'anima di quell'oggetto, alla unicita della sua " personalità " che lo fa definire "strumento musicale" ma che e anche depositario e custode dell'amore e della passione dell'artista che nel costruirlo gli ha infuso quella "personalità". Ecco perché è da condividere e da sostenere il principio filosofico ed empirico - che è anche etica professionale - secondo cui nell'intervento di restauro si deve tendere a conservare la massima percentuale di legno originale. Ecco perché si accende l'interesse sulla storia che circonda un certo strumento e sull'ambiente liutario del periodo, fino alla necessità di scoprire la personalità del suo autore: dall'oggetto si è passati al soggetto.

La conclusione del Maestro Lebet ribadisce l'appello lanciato da altri e che sembra costituire un cardine di questa tradizione e del suo futuro: "penso che la liuteria debba essere un mestiere che porta al dialogo, un mestiere dove si scambiano le idee e dove si riesce a collaborare in modo che ci siano solo progressi e non vengano ripetuti gli errori del passato " .

Il compendio sintetico, altamente significativo e che ha attribuito un valore aggiunto al Convegno, già ricco di contenuti, lo ha fornito il Prof. Mario Maggi, violinista e violista, già docente a Cremona nonché collezionista e restauratore di strumenti antichi e di scatole musicali. Dall'alto della sua esperienza e saggezza ha invitato tutti a recarsi in visita allo stand. . . "la, di fronte agli strumenti ed alle scatole musicali, sarò prodigo di spiegazioni; non occorre parlarne ora, parlerò meglio dopo dandovi spiegazioni sul funzionamento e sulla storia di essi... ".
Sia consentita una chiosa all'autore di questa modesta prefazione, per concludere con l'accenno a due momenti del Convegno che hanno costituito esempi emblematici di come si può fornire "la prova d'amore" per il mondo della liuteria d'autore.

Il primo si e avuto con la presentazione del catalogo dell' ottava mostra/concorso nazionale biennale di liuteria di Baveno.

Una ben riuscita "creatura" di Gualtiero Nicolini che da sempre ne cura la realizzazione, con l'affetto del "padre ideatore" impegnato a seguirne la crescita , come è facile notare sfogliando le pagine di questo catalogo di cui è stato coordinatore. Ecco perché il Sindaco del Comune di Baveno, l'Avv. Paolo Marchioni, nel suo intervento ha sottolineato l'alto grado di affezione del suo Comune per una manifestazione che ha avuto il merito di avvicinarlo al mondo della cultura liutaria, con risultati numerici e di qualità sempre più significativi, consacrati nel catalogo della mostra concorso.

Il secondo momento, che costituisce la "continuità storica e culturale", che da bozzolo potrà trasformarsi in farfalla, è stato illustrato dal Dr. Tarcisio Migani, dell'omonimo laboratorio e membro dell'A.L.I..

Un excursus storico puntuale gli ha consentito di fondare sulle passate esperienze, le speranze del futuro prefigurate come proposte concrete, che hanno suscitato, e che certamente susciteranno in progredendo, l'interesse generale. Le proposte di Migani sono state sviluppate in otto punti tutti ispirati ad un unico ideale da perseguire: "comunicazione tra liutai, musicisti e fruitori di queste due arti", per uno sviluppo della liuteria moderna condotta sui binari della tradizione classica che, per sua natura, deve rifuggire da bizzarri assemblaggi prelavorati. Lo strumento, quindi, deve essere fatto seguendo un serio processo mentale.

Come dire, mutatis mutandis. . . privilegiamo il classico "strumento fatto a mano", ma prima ancora. . . "è bene che sia fatto con la testa ".


Giuseppe Costanzo
Attività svolte nella Repubblica di San Marino:
Magistrato Amministrativo; già Garante per la Protezione dei Dati Personali;
Presidente della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica (Corte dei Conti);
Docente di Diritto Amministrativo (nei corso di specializzazione in Diritto)
presso l'Università degli Studi di Urbino e della Repubblica di San Marino.
Past President della Round Table n. 12 di Rimini e del Rotary Club Rimini Riviera. P.H.F.